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Il Bail-in? Così non funziona e va cambiato. È il monito lanciato oggi dal presidente della Consob, Giuseppe Vegas, nel consueto discorso annuale ai mercati finanziari (il settimo e ultimo del suo mandato). Il numero uno dell’istituto di vigilanza ha acceso un faro sul primo e provvisorio bilancio del bail-in, che “non può dirsi positivo”. Non solo. Vegas ha anche “invitato” le banche a non svendere i Non performing loans (Npl) e ad accelerare nel processo di transizione verso il Fintech. Con riferimento al sistema Paese, infine, il presidente Consob ha richiamato l’attenzione degli italiani sulla necessità di preparasi a una stretta monetaria e sui “disastri” che potrebbe provocare un’uscita dell’Italia dall’euro.
Il bail-in va cambiato
“Le stesse regole che l’Europa si è data per assicurare stabilità si sono rivelate un fattore di instabilità”, ha fatto notare Vegas, che ha poi sottolineato come la gestione delle crisi possa richiedere interventi tempestivi incompatibili con i meccanismi Francoforte-Bruxelles. “Alla prova dei fatti – ha detto ancora il presidente Consob – l’idea di circoscrivere ai soli investitori di una banca i costi del salvataggio si sta mostrando illusoria. In assenza di un’adeguata fase di transizione, il bail-in si è rivelato uno shock normativo che ha contribuito a minare la fiducia nel sistema bancario. Inoltre, ha anche ridotto, fin quasi ad azzerarlo, lo spazio di manovra della vigilanza preventiva”. Vegas ha quindi proposto due correzioni alla normativa: la prima riguardante l’effetto retroattivo della norma, “una scelta che si è rivelata infelice e poco ponderata”; il secondo intervento correttivo, invece, riguarda il coinvolgimento degli obbligazionisti, che andrebbe riconsiderato, per esempio “introducendo una soglia di salvaguarda di 100mila euro”.
Crediti deteriorati
Con riferimento ai crediti deteriorati, Vegas ha invitato le banche a sposare un “approccio oculato” al fine di “prevenire il rischio di svendita di questi asset. La fretta potrebbe rivelarsi cattiva consigliera. Quanto più il valore dei Npl viene abbattuto, scavando voragini nei bilanci, da riempire con risorse aggiuntive sottratte al credito, tanto più aumenta il profitto di chi acquista a prezzi stracciati per poi rivendere con plusvalenze. Il mercato internazionale sta seguendo la partita con attenzione, forse non disinteressata – ha sottolineato – fiutando il grande affare”.
La partita del Fintech
Sempre parlando alle banche, il presidente Consob ha richiamato la loro attenzione sulla “sfida che oggi in tutto il mondo i regolatori dei mercati finanziari hanno davanti a sé”. Il Fintech, ovvero la digitalizzazione e la disintermediazione dell’industria finanziaria. “L’innovazione presenta, come sempre, opportunità ma anche rischi – ha puntualizzato – e se non si vuole il far west occorrerà procedere a regolamentare i nuovi fenomeni. Adeguarsi alla nuova realtà è vitale per il Paese e per l’industria. Ogni ritardo comporta una perdita di competitività. Le stesse autorità di controllo dovranno adattare al nuovo contesto strutture e metodi di lavoro”. Per le banche, il Fintech “potrebbe porre effetti drammatici sulla tenuta del sistema” se il mondo del credito non vi si adatterà rapidamente.
La catastrofe Italexit
Sull’eventualità di un’uscita dell’Italia dall’euro, infine, Vegas ha usato parole molto forti: “Lo scenario Italexit metterebbe a repentaglio la stabilità, il buon funzionamento del sistema finanziario e la salvaguardia del mercato. Il solo annuncio di un’uscita dell’Italia dall’euro e il ritorno a una valuta nazionale provocherebbe, da parte degli investitori internazionali, un immediato deflusso di capitali, tale da mettere gravemente a repentaglio la capacità dell’Italia di rifinanziare il terzo debito pubblico del mondo. Inoltre, sarebbe uno shock per l’intera Eurozona e ne metterebbe a rischio la sopravvivenza”.